La cucina vegana della chef Ylenia Motta, aka The Vegan Cocotte
Esploriamo il mondo della cucina vegana insieme alla chef Ylenia Motta, aka The Vegan Cocotte.
La cucina vegana ha guadagnato sempre più popolarità negli ultimi anni, ma persiste ancora il pregiudizio che sia sinonimo di piatti tristi e limitati. In realtà, niente potrebbe essere più lontano dalla verità. La cucina vegana è un universo culinario ricco di gusto, creatività e benessere. Lo sa bene la chef vegana Ylenia Motta: originaria di Milano, Ylenia ha portato la sua passione per la cucina vegana e il benessere naturale a Rotterdam, conquistando cuori e palati con la sua abilità culinaria. Nonostante sia attualmente al comando della cucina del ristorante Gare du Nord, Ylenia sta costruendo parallelamente la sua attività di piccola imprenditrice con il marchio “The Vegan Cocotte”, offrendo i suoi servizi come chef privata per una vasta gamma di eventi, con un focus speciale su ritiri yoga e programmi detox.
Con una laurea in biologia, un diploma di Naturopatia e un master in Ayurveda, Ylenia integra la sua profonda conoscenza della nutrizione con la creatività culinaria, offrendo piatti colorati, gustosi e salutari. La sua formazione multidisciplinare ha gettato infatti le basi per un approccio olistico alla salute, che oggi si riflette nella sua cucina vegana, incentrata sulla valorizzazione degli ingredienti naturali e sulla promozione del benessere. La sua capacità di adattarsi a nuove influenze culinarie e di reinterpretare i piatti in chiave vegana è il risultato di un approccio aperto e creativo alla cucina.
Abbiamo intervistato la chef vegana Ylenia Motta per conoscerla meglio ed esplorare insieme il mondo affascinante della cucina vegana
Ciao Ylenia, grazie intanto per aver accettato questa intervista. Iniziamo con una domanda semplice: chi sei e cosa fai?
Ciao a tutti e grazie a voi per l’intervista! Mi chiamo Ilenia Motta, sono nata a Milano, ma da tre anni e mezzo vivo a Rotterdam. Ho una formazione scientifica, sono biologa, poi dopo la laurea ho conseguito un diploma quadriennale di Naturopatia presso l’istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, con una specializzazione in Ayurveda, la medicina tradizionale dell’India. Ho sempre avuto la passione per la cucina, ho fatto anche dei corsi, ma soprattutto esperienza “sul campo”, sin dal 2000. Da diversi anni lavoro come chef vegana, ma tutt’ora le consulenze di Ayurveda fanno parte della mia professione.
Com’è nata la tua passione per la cucina vegana?
Come dicevo ho sempre amato cucinare, credo di avere ereditato questa passione da mia nonna e da mio papà. A 19 anni sono diventata vegetariana, ma non piacendomi granchè le uova e cercando di non abusare dei latticini, già allora avevo iniziato a sperimentare a casa come sostituire le proteine animali con quelle vegetali. Nel 2008 ho scelto di essere definitivamente vegana. Negli anni questa “sperimentazione” nata per necessità si è trasformata in curiosità, ricerca e divertimento, che sono alla base di ciò che oggi faccio per lavoro. Ma la motivazione che mi ha spinto a diventare vegetariana prima e vegana poi è assolutamente di natura etica, ossia il mio amore per gli animali.
Molto spesso si pensa che la cucina vegana sia una “cucina triste” e limitata. Sfatiamo questo mito! È possibile creare piatti vegani gustosi e attraenti?
Assolutamente sì! Il fatto stesso di non usare diverse categorie di alimenti, comporta una maggiore ricerca ed immaginazione, come dicevo prima. Mangiare è un piacere, oltre che la nostra fonte di nutrimento, osserviamo il cibo, ne sentiamo l’aroma con l’olfatto e la consistenza con il tatto e avvertiamo i suoni che il cibo produce, sia mentre si cucina, che quando mastichiamo. E poi ovviamente c’è il gusto. Tutta la nostra sensorialità è amplificata e credo sia innata ed inconscia la ricerca del piacere nel cibo, qualunque sia la scelta alimentare. Quindi se scelgo di non assumere certi alimenti non significa che non ami il piacere del cibo. Poi sta all’abilità ed alla fantasia personali saper esaltare le qualità degli ingredienti.
Attualmente lavori a Rotterdam al Ristorante Gare Du Nord. Come mai hai deciso di lasciare l’Italia?
Sono una viaggiatrice nata, tanto per cominciare. Non mi sono mai vista ferma in un luogo per sempre, posso avere dei punti di riferimento, ma fare esperienze in altri Paesi per me è fondamentale per crescere. Poi credo che l’Italia (con l’eccezione di poche città), oltre a non essere al passo coi tempi per quanto riguarda l’alimentazione vegetale, sia molto ancorata alla propria tradizione culinaria e forse lo sarà sempre. La cucina italiana è straordinaria, non occorre certo che lo dica io, ma non è l’unica al mondo. E proprio viaggiando e vivendo in un Paese dove invece non ci sono radici così forti legate al cibo, ho scoperto e sto scoprendo ingredienti nuovi, piatti di altre culture di per sé vegetali. Da cui traggo ogni giorno ispirazione. Per me cucinare vegano non significa convertire piatti tipicamente italiani in versione vegetale, c’è ben altro da fare. Quindi ringrazierò sempre il mio Paese perchè lì ho mosso i primi passi da chef, ma il “salto” lo sto facendo ora.
Qual è la tua filosofia culinaria e come si riflette nei tuoi piatti?
Nella bio del mio profilo Instagram mi definisco una “Culinary Voyager”. I miei piatti sono una fusione di culture, frutto innanzitutto di uno studio degli ingredienti, da quale cucina provengono, come vengono utilizzati tradizionalmente e infine come possono essere adoperati e combinati in pietanze diverse, affinchè si esaltino a vicenda. Il colore è un altro elemento fondamentale ed è proprio il mondo vegetale che ci regala colori meravigliosi!
Puoi parlare della tua formazione in biologia, naturopatia e Ayurveda e come influisce sulla tua cucina?
La biologia è stato (ed è) un grande amore! Dopo i primi tre anni di Biologia alla Statale di Milano mi sono trasferita ad Ancona per la specializzazione in Biologia Marina ed Oceanografia. Ho lavorato per tre anni nella ricerca, ma nel 2002, un anno dopo la mia laurea, mi sono iscritta alla scuola RIZA di Naturopatia e Medicina Psicosomatica di Milano e per quattro anni, un paio di volte al mese, ho fatto la pendolare Ancona-Milano. Nel 2006 ho conseguito il diploma, con un master in Medicina Ayurvedica, la medicina tradizionale dell’India. L’Ayurveda ha cambiato totalmente il mio modo di guardare il mondo, di ascoltare il mio corpo, di comprendere le altre persone e tutto ciò che accade intorno a me. Tanto che nel 2008, dopo ulteriori approfondimenti di Ayurveda presso un’altra scuola, ho deciso di andare alla fonte, di partire per l’India e di frequentare dei corsi di Ayurveda specifici per la nutrizione e per i trattamenti di bellezza e della gravidanza, in una clinica suggeritami da uno dei miei insegnanti italiani. Da quella volta, l’India ha fatto parte per sempre della mia vita, ci sono tornata e ci torno ogni anno, perchè ormai è la mia seconda casa. Tutto ciò ovviamente influisce sulla mia cucina: il mio background scientifico “occidentale” mi aiuta a creare piatti/menù bilanciati dal punto di vista nutrizionale, la formazione in Ayurveda mi permette di leggere gli ingredienti e di combinarli secondo la teoria dei sapori e dei Dosha. Quando tengo i miei corsi di cucina, la parte teorica non manca mai, perchè aiuta a creare consapevolezza di ciò che si sta cucinando e mangiando.
Quali sono i tuoi ingredienti preferiti? Quelli che non possono mai mancare nella tua cucina?
Sicuramente erbe aromatiche e spezie, che danno il carattere al piatto. E sono inoltre delle miniere di sali minerali e antiossidanti, insomma una vera farmacia in dispensa! Naturalmente vale ciò che ho affermato in precedenza: una spezia indiana, ad esempio, non si usa solo per cucinare indiano…hai mai provato a mettere nella zuppa dello zenzero e un pizzico di cardamomo?
Oltre al lavoro al ristorante Gare Du Nord hai avviato anche una tua attività come private chef come “The Vegan Cocotte”? Quali sono i tuoi servizi?
Sì, pochi mesi fa ho deciso che era giunto il momento, mi sentivo pronta al “salto”. I servizi di “The Vegan Cocotte” sono diversi: chef a domicilio, o per eventi privati, cooking class di gruppo o personalizzate, consulenze per la realizzazione di menù ed infine personal chef per ritiri yoga e programmi detox, su cui ho già maturato esperienza già in Italia.
Quali sono le differenze culinarie tra l’Italia e gli altri paesi europei che hai notato nel tuo lavoro?
La differenza più evidente, come già ho sottolineato, è in Italia il forte attaccamento alle proprie radici culinarie, cosa meravigliosa per certi versi, ma che può diventare anche un limite. Un’altra differenza, in questo caso vince l’Italia 1:0, è la passione che hanno gli italiani per la cucina. Gli italiani spendono tempo per preparare i propri pasti, amano fare da sé pasta fresca, dolci etc… In Olanda, e credo non solo qui, la cultura del delivery, dei piatti pronti comprati al supermercato, del pranzo al volo a base di sandwich vanno per la maggiore. Anche in Italia le cose sono un po’ cambiate in questa direzione, ma mi auguro che tenga duro la nostra cultura del cibo in questo caso, perchè non c’è paragone, né in termini di qualità, né per quanto riguarda la convivialità e l’emozione legata alla preparazione del cibo per sé e per le persone care.
Come vedi l’evoluzione della cucina vegana nel tempo?
Sicuramente prenderà sempre più piede, sia per una questione etica ed ambientale, sia perchè, devo ammettere, è anche un trend. Le grosse aziende che convertono in parte o del tutto la propria produzione verso il plant based non lo fanno di certo per etica, ma perchè è commercialmente profittevole, ma ben venga! Ciò che auspico, e lavoro anche per questo, è che la cucina vegana, o l’essere vegani, non sia semplicemente sostituire carne, pesce e formaggi con prodotti industriali che hanno consistenza, odore e sapore simili agli originali. Questi alimenti dovrebbero essere solo una delle alternative, capita anche a me di acquistare un burger vegano per mia figlia quando ho i minuti contati, ma l’alimentazione vegana e la cucina vegana dovrebbero basarsi sulla conoscenza e il saper utilizzare al meglio gli ingredienti naturali. Ecco perchè per me insegnare è fondamentale.
Dove ti vedi professionalmente nei prossimi 5 anni?
Bella domanda! Mi vedo in giro sicuramente per l’Europa (e forse oltre!) per eventi di yoga e quant’altro, ma con due basi operative: Olanda ed India, la prima dove ha sede ufficiale The Vegan Cocotte, la seconda quando devo staccare la spina!
Articolo a cura di Piera Pastore