Italia e Slovenia unite sotto il segno della Ribolla Gialla, un vino che non conosce confini

Italia e Slovenia unite sotto il segno della Ribolla Gialla, un vino che non conosce confini

La Ribolla Gialla, conosciuta come Rebula in Slovenia, è un vino che racconta la storia di due territori, rappresentando un ponte culturale tra Italia e Slovenia, due nazioni accomunate da un ricco patrimonio enologico. Questa varietà autoctona viene coltivata principalmente nella regione del Collio in Italia e a Brda in Slovenia, due aree che, seppur separate dal confine, condividono un terreno unico e un clima favorevole alla produzione di vini di altissima qualità.

Caratterizzata da un colore giallo brillante e note aromatiche di fiori bianchi, agrumi e frutta a polpa gialla, la Ribolla Gialla si distingue per la sua freschezza e acidità vivace. È un vino che evolve con l’invecchiamento, assumendo complesse sfumature minerali e note di frutta secca. Versatile e adatto a diverse occasioni, la Ribolla Gialla si presta bene a essere abbinata a piatti di pesce, formaggi freschi e antipasti leggeri.

Brda: la patria della Ribolla

Brda è la patria della Rebula fin dal Medioevo, e le testimonianze dimostrano che proprio qui, sulle terrazze ricavate dal terreno “opoka” – una combinazione di marna pietrosa, argilla e ardesia – si trovano le condizioni ideali per la crescita di questo vitigno. In questo angolo del mondo, dove il clima alpino e mediterraneo si incontrano, la Ribolla esprime al meglio il suo potenziale, grazie all’equilibrio perfetto tra sole, caldo e la giusta quantità d’acqua. Grazie a questo terroir unico vengono prodotti vini con un carattere minerale distintivo.

Ma la storia della Ribolla parte da lontano. L’abbazia di Rosazzo, uno dei monasteri più significativi di quest’area, svolse un ruolo cruciale nello sviluppo della viticoltura. Varietà ancestrali come albuelis rubellana e rabu(n)cula sono state menzionate da Lucio Giunio Moderato Columella, un agronomo romano del I secolo d.C., che documentò la loro coltivazione in un ampio manuale agricolo. Scavi nel villaggio di Golo Brdo hanno rivelato semi di Vitis vinifera, suggerendo la presenza della vite già in epoca romana, particolarmente durante l’espansione dell’impero. La Rebula, prediletta dall’aristocrazia medievale, veniva apprezzata per la sua qualità, tanto che i documenti storici indicano che veniva usata per pagamenti ufficiali. Nel XIII secolo, la Ribolla si era già diffusa nelle aree collinari, e i registri di Treviso e Venezia la citano come un vino d’importazione. La sua reputazione crebbe nel tempo, come evidenziato da documenti che attestano il suo valore e la sua qualità superiori, fino ad arrivare a riconoscimenti ufficiali nel XVIII secolo. Negli ultimi decenni, la Ribolla ha guadagnato attenzione internazionale grazie all’impegno dei produttori e delle istituzioni locali.

La Ribolla è infatti diventato il vitigno più importante della regione, coprendo oltre il 25% della superficie viticola di Brda. Il clima bilanciato e i terreni particolari conferiscono ai vini freschezza, eleganza e complessità, grazie soprattutto alla varietà di microclimi presenti sulle colline. Le terrazze scoscese, che da secoli ospitano i vigneti, permettono una lunga stagione di crescita e una maturazione ottimale delle uve. La sua buccia spessa la rende perfetta per vinificazioni con macerazioni prolungate, dando vita a vini “orange” di grande intensità, mentre, se affinata in botti di rovere, la Rebula rivela una straordinaria profondità e struttura. Oggi, i vignaioli di Brda – circa 700 in totale – hanno capito che la Ribolla prospera soprattutto sui suoli di marna e argilla delle colline più alte, dove la siccità è meno problematica, anche nelle annate più difficili. Grazie alla biodiversità del territorio e alla creatività dei produttori, la Rebula è capace di adattarsi a una vasta gamma di stili, dal vino fermo alle bollicine, consolidando il suo status come simbolo enologico della regione.

Ribolla, il vino che supera le frontiere

La collaborazione tra Italia e Slovenia nella produzione di Ribolla rappresenta un esempio virtuoso di unione culturale e imprenditoriale. Nel 2017, un gruppo di 13 viticoltori provenienti dai due lati del confine ha unito le forze per celebrare e promuovere la Ribolla attraverso l’organizzazione della Masterclass “Brda, Home of Rebula“. Questa iniziativa ha messo in luce il potenziale della Ribolla come vino simbolo di unione tra due terre, legando il passato alla visione futura di una viticoltura sostenibile e di qualità. Con un patrimonio vitivinicolo che affonda le radici in una storia condivisa, la Rebula si è affermata come il simbolo del terroir transfrontaliero Brda-Collio, grazie alle sue caratteristiche uniche e alla sua capacità espressiva. La viticoltura qui è preservata nella sua autenticità, con vigneti situati tra frutteti, uliveti e boschi, che rendono il paesaggio affascinante e sostenibile. I produttori, che lavorano prevalentemente a mano, sono impegnati a combinare pratiche tradizionali con innovazioni moderne per garantire una viticoltura rispettosa dell’ambiente, con l’obiettivo di ottenere uve di altissima qualità. La collaborazione tra Italia e Slovenia è una manifestazione tangibile di come il vino possa fungere da ponte tra culture, tradizioni e aspirazioni condivise.

Brda, Home of Rebula: un evento enologico internazionale dedicato alla Ribolla

Anche quest’anno Brda ha ospitato l’evento enologico “Brda, Home of Rebula, che ha visto la partecipazione di critici e giornalisti da tutto il mondo, riuniti per celebrare la Ribolla. E anche noi di Food News Italia eravamo presenti! La manifestazione ha avuto come focus principale l’impatto delle condizioni meteorologiche estreme, causate dai cambiamenti climatici, sulla sempre più popolare varietà di vino Rebula. Undici produttori di vino, provenienti dai due lati del confine sloveno-italiano, si sono riuniti sotto l’organizzazione del Consorzio di Brda e l’Ente Sloveno per il Turismo per consolidare la posizione di questa regione come una delle destinazioni vinicole più prestigiose d’Europa.

Marjan Simčič, Presidente del Consorzio di Brda, ha commentato: “Costruire il riconoscimento di una regione vinicola e di varietà locali come la Rebula richiede anni di duro lavoro. Sono felice che, insieme ai nostri colleghi italiani, abbiamo ora ospitato la settima edizione dell’evento, portando figure di spicco del mondo del vino a Brda. Spero che possiamo continuare questa tradizione e aumentare ulteriormente i nostri sforzi per promuovere i nostri vini”.

L’anno 2022 ha registrato uno dei periodi più secchi degli ultimi decenni, mentre il 2023 è stato contrassegnato da piogge record. La Masterclass ha esaminato come la Ribolla abbia risposto a queste condizioni contrastanti, mostrando la resilienza dei produttori che hanno adattato i propri metodi di vinificazione. Secondo Giovanni Bigot, agronomo dell’Università di Udine: “La gestione strategica dei vigneti e l’adattamento alle condizioni meteorologiche sono fondamentali per produrre uve di alta qualità“.

Durante la Masterclass a Villa Vipolže, sono stati presentati numerosi vini, selezionati per mostrare le diverse tecniche di vinificazione che caratterizzano la Rebula.

  • Rumena Rebula 2023 di Dolfo (Ceglo): affinato in bottiglia per almeno 8 mesi, questo vino fermenta per 10 mesi in vasche d’acciaio a 24°C, con un contatto di 3 ore con le bucce. Il risultato è un vino fresco, con una leggera struttura tannica che esalta le note fruttate e floreali, con accenni di mela verde, pesca bianca e un leggero tocco di mandorla fresca.
  • Rebula Journey 2023 di Medot (Dobrovo): la vinificazione prevede una pressatura immediata, con il mosto raffreddato a 8°C e la successiva fermentazione controllata. Una parte delle uve viene macerata a freddo per due giorni, apportando complessità e una piacevole acidità al vino. Perfetto per l’aperitivo, i crudi di pesce ma anche per piatti più strutturati come la carbonara.
  • Vinnae Ribolla Gialla 2023 di Jermann (Delegna del Collio): questo vino è vinificato in bianco e matura in vasche di acciaio e in piccola parte in grandi botti di rovere. Esprime freschezza con eleganti note di frutta bianca e un finale minerale.
  • Krasno Rebula 2022 di Klet Brda (Dobrovo): fermentato interamente in acciaio inox, è un vino diretto, che mette in risalto la purezza del frutto e l’acidità vibrante, tipica della varietà.
  • Rebula Up 2022 di Ščurek (Plesivo): la fermentazione avviene per 3 giorni in botti di rovere, a contatto con le bucce, seguita da una maturazione di 20 mesi sempre in rovere. Il vino sviluppa note complesse di frutta matura, spezie e leggeri sentori di incenso (tra i nostri preferiti ndr).
  • Sveti Nikolaj Rebula 2022 di Gradis’ciutta (San Floriano del Collio): vinificato e maturato in grandi botti di rovere per 9 mesi, con un affinamento di 12 mesi in bottiglia, questo vino si distingue per la sua eleganza e struttura, con un bouquet aromatico di agrumi e fiori secchi.
  • Fojana Rebula 2022 di Edi Simčič (Vipolže): vinificato in barrique di rovere, con un affinamento di 18 mesi in bottiglia, offre note complesse di frutta, spezie dolci e un finale persistente.
  • Rebula Epoca 2022 di Ferdinand (Kojsko): la fermentazione in botti di rovere conferisce a questo vino una struttura robusta e un profilo aromatico complesso, con accenni di frutta matura ed erbe mediterranee.
  • Erigone Ribolla Gialla 2021 di Vini Noue Marinic (Goriška Brda): fermentato e affinato in barrique per un anno, questo vino è potente e strutturato, con note minerali e una lunga persistenza (tra i nostri preferiti ndr).
  • Rebula Opoka Medana Jama Cru 2021 di Marjan Simčič Domaine (Ceglo): macerato sulle bucce per 8 giorni e fermentato in botti di rovere, questo vino ha una profondità straordinaria, con un’armonia tra frutto, acidità e tannini.
  • Rebula Bagueri Superior 2020 di Klet Brda (Dobrovo): fermentato in botti e barrique, presenta un profilo aromatico ricco, con note di vaniglia e crosta di pane.
  • Orbis Rebula 2020 di Erzetič (Višnjevik): vinificato in botti di rovere, gelso, ciliegio selvatico e acacia, con un affinamento di 12 mesi in barrique, è un vino complesso e stratificato, con sfumature uniche che emergono grazie alla varietà di legni utilizzati.

A concludere l’intensa giornata dedicata alla Ribolla, tutti i partecipanti sono stati accolti in una suggestiva location, la cantina Ščurek, per una cena preparata dallo chef Cristian Nardulli del ristorante Kruh in Vino. La serata ha avuto inizio con un delizioso aperitivo di benvenuto: flan alle erbe servito con crema di formaggio; tartare con bagna cauda e peperone marinat; hamburger di frico; petto di quaglia, accompagnato da una riduzione e foie gras; gel di mosto di Rebula, servito su un letto di crema acidulata e spuma di patate. In abbinamento, lo Spirito 2017 Magnum di Dolfo e il Medot Extra-Brut Cuvee Magnum di Medot che hanno armoniosamente esaltato i sapori dei piatti. La cena è andata avanti con un risotto Carnaroli arricchito da gamberi rossi, riduzione di Ribolla e zeste di lime, abbinato a tre vini pregiati: il Fojana Rebula 2019 Magnum di Edi Simčić, il Sveti Nikolaj Serendipità 2020 di Gradis’ciutta e l’Erigone 2019 di Domaine Vicomte de Noue Marinić, ognuno dei quali ha portato una nota distintiva al risotto.

Il piatto successivo ha stupito: perle di patate su stufato di cinghiale, rifinito con Rebula e chips di patate al formaggio stagionato Tolmino. Questo piatto è stato accompagnato da tre vini: il Rebula Epoca 2017 di Ferdinand, il Rebula UP 2020 di Ščurek e il Rebula 2018 Magnum di Jermann, che hanno esaltato i sapori del cinghiale e del formaggio. Il viaggio gastronomico si è concluso con una coda di rana pescatrice in brodo alla Gradese, servita su purea di mais bianco e foglie di cipolla di Tropea caramellate. In abbinamento, i vini selezionati includevano il Rebula Opoka 2014 Medana Jama CRU di Marjan Simčić, il Rebula Motnik 2017 di Klet Brda e l’Amfora Rebula 2018 di Erzetić, ognuno ha arricchito il piatto con il suo profilo aromatico. Per chiudere in dolcezza, una millefoglie di cioccolato e nocciole con ganache al tè nero e perle di caramello, perfetta per concludere la serata in modo squisito. L’armonia tra i piatti e i vini ha reso questa cena un’esperienza indimenticabile, celebrando la cultura enogastronomica di Brda e la sua celebre Ribolla.

Il Futuro della Ribolla: Un Patrimonio da Valorizzare

La settima edizione della Masterclass Brda: Home of Rebula ha sottolineato con forza il ruolo centrale della collaborazione tra Collio e Brda nel panorama enologico europeo. La grande dedizione e passione dei produttori locali, che lavorano instancabilmente per preservare e valorizzare questa varietà autoctona, riflettono un forte legame per il territorio e per la sua storia vitivinicola secolare. La biodiversità unica di queste due regioni, caratterizzato da un microclima favorevole e da suoli ricchi, contribuisce a rendere la Ribolla un vino straordinario, capace di esprimere le sfumature del terroir e le tradizioni di un’area che unisce Slovenia e Italia. La bontà della Ribolla, espressa attraverso le varie interpretazioni dei vini presentati durante la Masterclass, rappresenta un simbolo di eccellenza enologica e un patrimonio culturale da proteggere e promuovere. Con l’impegno continuo dei winemakers, il futuro della Ribolla appare luminoso, consolidando la reputazione di Collio-Brda come una delle destinazioni vinicole più affascinanti e promettenti d’Europa.

Articolo a cura di Piera Pastore // Credits foto Food News Italia

Si ringrazia per l’ospitalità l’Ente Sloveno per il Turismo e il Consorzio Brda