L’eredità della cucina medievale italiana

L’eredità della cucina medievale italiana

di Michele Porcheddu

La cucina medievale italiana, sviluppatasi tra il V e il XV secolo, rappresenta un affascinante intreccio di tradizioni che riflettevano le diversità culturali e sociali dell’epoca. Ogni regione della penisola, influenzata da popolazioni come i Bizantini, i Longobardi, gli Arabi e i Normanni, ha contribuito a creare un ricco panorama gastronomico. Da piatti semplici e rustici alle preparazioni più raffinate e complesse, la cucina medievale si adattava alle esigenze quotidiane così come ai fasti delle corti nobiliari.

L’alimentazione delle classi sociali: dai cereali ai piatti opulenti

La dieta medievale si basava principalmente sui cereali: grano, orzo, segale e farro rappresentavano il cuore dell’alimentazione, tanto per i contadini quanto per i nobili. Il pane, elemento essenziale della dieta, differiva in base alla classe sociale: bianco e raffinato per i ricchi, scuro e grossolano per i ceti popolari.

Accanto ai cereali, i legumi come fagioli, lenticchie e ceci erano fondamentali per le classi meno abbienti, accompagnati da verdure come cavoli, cipolle, porri e bietole. La carne, riservata ai più ricchi, era consumata raramente dai contadini e spesso conservata tramite salatura, affumicatura o essiccazione. Maiali, ovini, pollame e selvaggina erano le fonti principali di carne, con un consumo più frequente nelle cucine delle corti nobiliari.

Spezie e aromi: il gusto esotico del Medioevo

Uno degli aspetti più affascinanti della cucina medievale è il largo uso delle spezie, che avevano una duplice funzione: esaltare i sapori dei piatti e rappresentare lo status sociale di chi le utilizzava. Pepe, zenzero, cannella, zafferano e noce moscata, importati dall’Oriente grazie ai commerci, arricchivano le ricette delle corti. Parallelamente, le erbe aromatiche locali come rosmarino, salvia, timo e prezzemolo trovavano ampio impiego nelle cucine popolari, donando sapore a zuppe, stufati e pietanze più semplici.

Cucina Medievale: dalla cucina di corte a quella contadina

Nelle corti si preparavano piatti elaborati come pasticci di carne e pesce, torte salate, focacce dolci e confetture speziate. Nelle case dei contadini, invece, dominavano zuppe dense di legumi, polente preparate con pane raffermo e stufati con carne meno pregiata o frattaglie. I dolci, considerati un lusso raro, erano realizzati con miele, frutta secca e, solo occasionalmente, spezie pregiate. La cucina medievale, con la sua marcata distinzione tra le classi sociali, rifletteva l’organizzazione sociale del tempo. Ancora oggi, le tradizioni regionali italiane portano tracce di questo periodo, tra ingredienti locali e l’antica fascinazione per i sapori esotici.

Fonti e approfondimenti:

La Bastida di Sorres: rivivere il Medioevo attraverso la cucina

Dal 8 al 10 novembre 2024, Borutta (SS) ha ospitato La Bastida di Sorres – promossa dall’amministrazione comunale di Borutta – un evento che, oltre a celebrare la celebre battaglia del 1334 tra i Doria e gli Aragonesi, ha riportato in vita le tradizioni gastronomiche del Medioevo. Per tre giorni, oltre 150 figuranti in abiti d’epoca hanno animato l’accampamento medievale, tra combattimenti, danze e spettacoli serali. Un punto centrale dell’evento è stato il percorso gastronomico “La Corte dei Gusti Sardi” che ho avuto l’onore di curare personalmente: ho guidato i visitatori alla scoperta dei sapori tipici dell’isola, come culurgiones, ciccioneddi, seadas e dolci tradizionali. Ho inoltre avuto modo di presentare il mio libro ”Le mie delizie”, raccontando aneddoti e curiosità sulla cucina sarda.

In aggiunta, la “Musica delle Piante” di Giovanni Antonio Sanna ha creato un’atmosfera mistica, mentre il gruppo Kerkos ha proposto danze sacre in cerchio, evocando antichi rituali. Tra le attività, anche artigianato medievale, spettacoli comici della compagnia Saltafossum e esibizioni di danza con il fuoco e falconeria. La manifestazione si è conclusa domenica con Sa Festa de su Brou, durante la quale i cavalieri hanno partecipato a una processione religiosa, offrendo il brodo di carne ovina, un rito antico legato alla tradizione del vescovo di Sorres. La Bastida di Sorres 2024 ha così offerto un’inedita combinazione di storia, cultura e gastronomia, regalando ai visitatori un’esperienza coinvolgente e unica nel suo genere.